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Fecondità spirituale


"Bisognosi di particolare e discreta cura pastorale sono i coniugi che fanno l'esperienza della sterilità fisica: si tratta infatti di una dura prova e di sofferenza, in continua crescita, che domanda di essere compresa e adeguatamente valutata.

La comunità dei credenti è chiamata a illuminare e a sostenere questi sposi nella sofferenza, aiutandoli a scoprire nella loro situazione dolorosa l'occasione per una particolare partecipazione alla Croce del Signore, fonte di fecondità spirituale."

(dal Direttorio di Pastorale familiare della CEI, capitolo quinto, n. 113)

 

Di grande rilievo sono le indicazioni del Direttorio di Pastorale familiare della CEI sulla fecondità spirituale, intesa come "ogni atto di vero amore verso l'uomo", che testimonia e perfeziona la fecondità della famiglia.

Anche quando "la procreazione non è possibile" - sottolinea il Direttorio - "non per questo la vita coniugale perde il suo valore; si tratta di invitare queste coppie ad allargare il loro amore al di là dei vincoli della carne e del sangue e a rendere altri servizi importanti alla vita e alle persone umane, quali ad esempio l'adozione, le varie forme di opere educative, l'aiuto alle altre famiglie, ai bambini poveri o handicappati, l'affidamento di minori."

Ti segnaliamo sull'argomento il contributo di Mons. Renzo Bonetti, "La fecondità degli sposi oltre la fertilità, ed. San Paolo, Milano 2007".

Molto significativo anche l'editoriale della Rivista di Collegamento dei Gruppi famiglia n.73 ("Fecondità: oltre la procreazione"). Evidenzia, che Gesù (Lc 11,27-28) "ci apre ad una fecondità più piena, che è dono della vita per la salvezza degli altri" nel senso "che una coppia può avere molti figli, ma essere sterile e viceversa". In effetti "se un genitore non sa donare un amore che va oltre l'amore di sé stesso, se non lo esprime e non lo coltiva, al di là della propria genitorialità, sarà un padre/madre sterile, in quanto ripiegato su sé stesso e perciò spiritualmente non fecondo".